DADIRRI
LO STUDIO

Gli approcci dello Studio Dadirri

“Occorrono moltissimi punti di vista teorici per dare un quadro approssimativo della molteplicità della psiche. Né la psiche né il mondo possono essere ingabbiati in una teoria. Le teorie non sono articoli di fede, ma tutt’al più strumenti di conoscenza e di terapia; altrimenti non servono a nulla”

Carl Gustav Jung

Approccio sistemico relazionale

L’orientamento sistemico-relazionale considera l’individuo come immerso nel suo contesto relazionale, sociale e culturale. I sintomi e il disagio del singolo possono quindi essere letti come il risultato di complessi incastri tra esperienza soggettiva, qualità delle relazioni interpersonali più significative e capacità di autoriflessione.  Ogni azione individuale che agiamo, ogni parola che esprimiamo, ogni strada che decidiamo di percorre o decidiamo di non intraprendere, comunica qualcosa a chi ci sta intorno. 

L’antropologo Gregory Bateson è il primo a introdurre il concetto di “soggetto contestuale” intendendo con questo termine l’idea che la personalità dell’individuo si costruisca e si strutturi sulla base di processi interattivi, cioè delle relazioni che l’essere umano instaura con l’ambiente e gli altri individui. Il sintomo, quindi, non è inteso come un problema individuale, bensì come la manifestazione di un disagio dell’intero contesto in cui esso stesso si esprime. Il “paziente designato” è solo il portavoce di un disagio più articolato e complesso che può essere compreso al meglio coinvolgendo tutti gli attori in gioco poiché ognuno porta il suo contributo al mantenimento della situazione in essere o al suo cambiamento. Altro punto cardine dell’approccio è ascrivibile all’assioma “non si può non comunicare” individuato dalla Scuola di Palo Alto per definire la centralità della comunicazione e del linguaggio all’interno delle relazioni.

L’approccio sistemico-relazionale si basa sull’analisi delle difficoltà portate dal paziente nel qui ed ora, ossia nel momento in cui esse si esprimono. All’interno di questa analisi si tiene conto di come la storia familiare, trigenerazionale e le prospettive future vadano ad influenzare il contesto di riferimento. Il percorso di terapia si struttura attraverso la costruzione dell’alleanza terapeuta-paziente, l’analisi della domanda e la formulazione di un chiaro contratto terapeutico. Si sviluppa poi esaminando le strategie relazionali ricorrenti, le dinamiche comunicative, la loro origine e la loro funzione. Nell’ottica in cui il sintomo è un messaggio che viene inviato alle persone per noi importanti all’interno del sistema, compito del terapeuta diventa quello di decifrare tale messaggio e comprendere le “buone ragioni” portate dal sintomo, attribuendo a loro un nuovo significato e rendendole così comunicabili in modo più funzionale al sistema stesso.

All’interno di questo percorso noi terapeuti sistemici-relazionali diventiamo strumento di supporto al cambiamento del paziente (inteso come individuo, coppia, famiglia) attraverso la relazione che si crea nella stanza di terapia. Il nostro essere terapeuti consiste, infatti, nel porci come “accompagnatori perturbativi” del paziente nel viaggio alla scoperta di sé, passando attraverso la relazione con se stesso, i legami significativi e l’incontro con il terapeuta.
Lungo il percorso si esplorano le risposte a domande quali “Dove lo ha imparato, chi faceva così?”, “Con chi faceva così?” e “Chi la faceva sentire così?” al fine di guidare con delicatezza la famiglia, la coppia o il singolo a trovare delle nuove modalità comunicative più funzionali.

Analisi Transazionale

L’Analisi Transazionale, sviluppata da Eric Berne negli anni ’50, è una teoria psicologica di stampo psicodinamico,che coniuga la potenziale profondità dell’analisi psicoanalitica con uno stile concreto dal risvolto pratico, che utilizza concetti chiari ed efficaci che possono essere maneggiati sia dal terapeuta che dal paziente stesso, in una comunicazione aperta e paritaria.

Si tratta di un modello che sviluppa una metodologia clinica completa ed un insieme di tecniche terapeutiche per intervenire sia a livello intrapsichico (i meccanismi psicologici della persona) che interpersonale (le sue dinamiche comunicative e relazionali con gli altri). L’Analisi Transazionale si configura anche come una vera e propria filosofia della relazione terapeutica, che riconosce la centralità della persona nel processo di cura. In quanto corrente della psicologia umanista rifiuta infatti una concezione strettamente medica della “guarigione”: lo psicologo non è colui che ha il potere di far cambiare il paziente, ma colui che ha gli strumenti per aiutare la persona ad esprimere tutte le sue risorse e ri-decidere cosa è meglio per sé stessa.

Ogni individuo è OK. Si ritiene che ogni essere umano, a prescindere dallo stile di comportamento, abbia un nucleo di fondo degno di essere amato, ricco di potenzialità e di desideri di crescita e di auto-realizzazione. Questo implica una accettazione reale e profonda di Sé e degli altri, in quanto dotati di valore e dignità. Io non sono superiore a te e tu non sei superiore a me. Siamo sullo stesso livello, in quanto esseri umani. È all’interno di questa atmosfera che si svolge la psicoterapia.

Ogni individuo è capace di pensareed è perciò responsabile di sé stesso. Può valutare ciò che vive e fare delle scelte rispetto alla propria esistenza. Per quanto possano essere drammatiche le scelte della vita, siamo sempre noi a scegliere la posizione che assumiamo rispetto ad esse: non siamo passivi, ma attivi di fronte agli eventi. Spesso invece le sofferenze nascono proprio dalla sensazione che abbiamo di sentirci impotenti verso la nostra vita e il nostro futuro;

Ogni individuo decide rispetto alla propria vita, ma queste scelte possono essere cambiate. Fin da bambini creiamo in modo inconsapevole il nostro piano di vita e prendiamo delle decisioni che sono alla base delle nostre attuali modalità di funzionamento psicologico e di comportamento. Con ciò non si nega l’importanza delle influenze esterne, ma si sottolinea come abbiamo la libertà e la possibilità di modificare le decisioni prese in età lontane, che magari allora rappresentavano la migliore strategia di sopravvivenza, ma che attualmente possono non farci stare bene, scoprendo la necessità di rivederle al fine di rendere la nostra vita più felice.

Secondo l’Analisi Transazionale, per raggiungere il “pieno potenziale” ogni persona deve quindi modificare le proprie strategie per affrontare il quotidiano, passando da quelle costruite nell’infanzia ad altre più adatte alle nuove fasi di vita.  Il fine ultimo della terapia è quindi uscire dal proprio Copione e raggiugere l’autonomia, che a sua volta si compone di tre elementi: 

Consapevolezza: la capacità di essere in contatto con il presente, senza farsi condizionare dalle esperienze del passato.

Spontaneità: ovvero la capacità di fronteggiare le situazioni potendo scegliere liberamente tra tutte le sensazioni, i pensieri e i comportamenti che ogni individuo può sentire, pensare ed agire senza costrizioni.

Intimità: intesa come la capacità di esprimere in maniera reciproca, con gli altri in cui si è in relazione, pensieri, comportamenti ed emozioni autentiche, privi il più possibile da censure. È l’intimità che permette alle persone di creare legami dando e ricevendo affetto.

Scrivici per ricevere qualsiasi informazione.

Verrai contattato il più presto possibile.